
Con DAD e DDI (didattica digitale integrata) ci si riferisce a due differenti metodologie di didattica che presentano, tuttavia, un punto d’incontro: l’utilizzo di sistemi informatici per l’insegnamento. La DDI è tra le due quella su cui il Ministero dell’Istruzione punta maggiormente per il futuro della scuola italiana, ponendo i dispositivi hi-tech quali strumenti complementari all’equipaggiamento scolastico tradizionale. Ciò comporta obbligatoriamente un cambiamento dell’offerta formativa che, in tempi brevi, dovrà includere assieme alle discipline classiche anche l’acquisizione da parte degli allievi di soft skill in ambito informatico. Materie come programmazione, gestione dati, elaborazione di testi e immagini via software entreranno con molta probabilità a far parte del programma scolastico ordinario nei prossimi anni. A tal proposito il MIUR, in un documento che traccia le linee guida per la DDI, chiarisce che l’applicazione della didattica digitale deve assicurare un livello generale di inclusività ed evitare che contenuti e metodologie proposti siano una semplice trasposizione di quanto si svolge abitualmente in classe. In definitiva, l’ingresso del PC in aula è solo il primo passo verso un apprendimento ancora più ricco e strutturato, grazie al quale stimolare la curiosità degli studenti in ciascuna disciplina con ricerche, approfondimenti e progetti multimediali.