Come il modo in cui usiamo lo smartphone sta cambiando con l’Intelligenza Artificiale

L’IA è ormai divenuta parte integrante dei nostri telefoni, e quasi non ci rendiamo più conto delle sue applicazioni. In realtà è entrata a far parte della nostra quotidianità: può scrivere messaggi al posto nostro, aiutarci a scattare foto migliori e ottimizzare le prestazioni dei nostri telefoni.
L’Intelligenza Artificiale è entrata a far parte dei nostri smartphone in maniera forse silenziosa, eppure rivoluzionaria. Sia le aziende produttrici che quelle che si occupano di sviluppare i software destinati ai nostri cellulari sempre più “smart”, investono ogni anno ingenti somme in questo settore. Basti pensare che, secondo il Global Technology Report 2024 di Bain*, il mercato globale dell’IA raggiungerà i 990 miliardi entro il 2027.
Lo scopo dell’integrazione di strumenti di IA negli smartphone è quello di rendere il loro utilizzo sempre più semplice, fornendo assistenza agli utenti su diverse attività: dalle fotografie passando per la composizione di messaggi di testo fino alla ricerca delle informazioni.
Molti smartphone di ultima generazione integrano quelli che vengono proprio definiti “assistenti”, con i quali dialogare, chiedere informazioni e in alcuni casi delegare lo svolgimento di alcuni compiti.
Vediamo qualche esempio per capire in che modo le funzioni di IA hanno rivoluzionato l’uso che facciamo degli smartphone quotidianamente.
L'Intelligenza Artificiale nelle foto: cosa c'è dietro i nostri scatti
Il caso che ha fatto, forse, più scalpore quando si tratta di Intelligenza Artificiale applicata allo smartphone è quello legato al suo utilizzo per scattare fotografie.
Negli anni gli smartphone si sono distinti per la capacità di scattare foto. Con l’avanzare delle tecnologie disponibili e il susseguirsi di modelli, tutti i principali brand di telefonia hanno investito su fotocamere sempre più performanti, in grado di riprodurre sempre più fedelmente la qualità delle immagini scattate con le macchine professionali.
Oggi la rivoluzione, però, riguarda cosa effettivamente può fare l’utente con quelle fotocamere, coadiuvato da tools di assistenza digitale in grado di migliorare non solo la qualità delle foto ma anche assistere in tutte le fasi successive allo scatto per modificarlo a seconda delle esigenze.
Non si tratta più di correggere solamente luminosità e nitidezza come accadeva con i principali strumenti della “modalità automatica”.
L’IA associata alla fotocamera dello smartphone permette, ad esempio, di riconoscere la tipologia di immagine che si intende scattare (ad esempio un paesaggio o un ritratto) e settare automaticamente le impostazioni più adatte, come ad esempio color correction ed elaborazione HDR.
In molti smartphone l’IA viene applicata anche nella modalità selfie, suggerendo ancor prima di scattare l’auto-ritratto una gamma di possibilità per migliorare l’aspetto fisico del soggetto (filtri beauty, applicazione di make up, miglioramento della texture della pelle e molto altro).
Ma com’è possibile tutto questo? Le fotocamere integrano l'IA utilizzando algoritmi sempre più precisi, i quali collezionano dati e si “allenano” proprio con l’uso che ne facciamo.
I casi più noti sono le tecnologie di Imaging Deep Fusion e Smart HDR integrate sugli iPhone e la serie di smartphone Pixel di Google.
E tutte queste sono solo le impostazioni per scattare le foto. Da quando l’intelligenza artificiale è entrata nel mercato abbiamo visto arrivare nuovi strumenti per modificare le immagini, inserire nuovi elementi e rimuovere oggetti e imperfezioni.
È il caso, ad esempio, dello strumento di Modifica Generativa integrato nelle fotocamere dei recenti modelli Samsung Galaxy: con un solo tocco, infatti, è possibile spostare gli oggetti da una parte all’altra dell’immagine, eliminarli del tutto, modificarne le dimensioni o i colori.
Tuttavia la caratteristica più affascinante è la possibilità di “interrogare” direttamente l’IA che, analizzando la foto scattata, potrà suggerirti tutte le modifiche necessarie a ottimizzarla e migliorarla.
L’intelligenza artificiale che compone i messaggi
L’IA fornisce, negli smartphone di ultima generazione, anche assistenza nella composizione dei testi e in particolare nei messaggi che quotidianamente ci scambiamo tramite chat e app di messaggistica.
Il caso più recente è quello di Google che si rifà alla neonata Intelligenza Artificiale Gemini sugli smartphone Android Compatibili. Infatti, l’IA di casa Google è integrata nell’app di messaggistica Google Messages.
Qui l’utente può chiedere a Gemini di svolgere diverse funzioni tra cui anche quella di comporre messaggi di testo in base alle proprie esigenze: chiedere ad un amico di uscire, avvisare il datore di lavoro di un ritardo ecc.
Basterà chiedere a Gemini, ad esempio: “Vorrei chiedere ad un mio amico di vederci dopo un po’ di tempo che non ci sentiamo. Scrivi un messaggio per chiedergli come sta e se è disponibile una di queste sere per vederci”.
I chatbot nello smartphone: il caso Copilot
Gli assistenti virtuali, o chatbot, sono una delle tante applicazioni dell’Intelligenza Artificiale usate nel mondo della telefonia mobile. Anzi, forse sono quella a cui siamo abituati. Ci permettono, in sostanza, di simulare conversazioni reali (parlate o anche scritte) con i nostri dispositivi.
Tutti i possessori di un iPhone, ad esempio, anche di modelli non recenti, hanno già da tempo fatto la conoscenza di Siri, l’assistente vocale che ti permette di interagire direttamente con lo smartphone chiedendogli di svolgere alcuni semplici task: chiamare un numero in rubrica, impostare sveglie o promemoria, creare appunti e molto altro. E nei nuovi aggiornamenti del sistema operativo iOS 18 il ruolo di Siri diventerà sempre più importante.
Un caso simile ma più recente è quello di Copilot integrato in una delle app di messaggistica più usate al mondo, ovvero WhatsApp. Ciò ha consentito a Microsoft - produttore e sviluppatore del chatbot - di allargare il suo bacino di utenti, senza richiedere loro di installare un’ulteriore app sullo smartphone.
Copilot su WhatsApp svolge diverse funzioni, come ad esempio comporre messaggi ma anche suggerire piani per un fine settimana fuori porta, consigliare ricette e riassumere testi.
Il vero punto di forza è averlo sempre a disposizione, nella lista delle recenti conversazioni che si trovano appena si lancia l’app di WhatsApp, come uno dei nostri amici con il quale abitualmente scambiare messaggi.
Ottimizzazione delle prestazioni
Ultimo, ma non per importanza, è l’utilizzo dell’IA per l’ottimizzazione delle prestazioni dei nostri smartphone, in particolare per quanto riguarda la batteria.
Rispetto all’IA generativa (cioè quella che permette di “ritoccare” le immagini) o ai ChatBot, l’applicazione delle Intelligenze Artificiali negli hardware, in termini di prestazioni, è passata più inosservata o fa comunque meno scalpore. In realtà si tratta di funzionalità importanti, in quanto permettono ai nostri smartphone di essere più efficienti, anche e soprattutto dal punto di vista energetico.
Alcuni software di IA, infatti, apprendono automaticamente come prevedere lo stato della batteria. Possono arrivare ad un livello di precisione molto maggiore rispetto agli standard attuali. L’IA dunque può monitorare le batterie elaborando un algoritmo che non solo restituisce in tempo reale e con precisione lo stato della batteria stessa ma può prevedere in modo molto accurato la sua durata fino alla prossima carica.
*Fonte: Global Technology Report 2024 - Bain
